Piano Triennale per l’Informatica della PA

In pratica, realizzare e gestire un sito web istituzionale come quello sopra descritto consente di maturare un’esperienza concreta rispetto a molti dei punti che caratterizzano il Piano Triennale.

Strategia per la trasformazione digitale

I portali istituzionali, intesi come l’insieme di area pubblica ed area personale del cittadino, rappresentano uno strumento di abilitazione dei principi generali definiti dalla strategia nazionale, per le seguenti ragioni:

  1. ogni volta che viene censito un servizio nella fase di mappatura, si valuta se è possibile realizzarlo in digitale (come servizio on line), cogliendo l’occasione per rivedere le abitudini consolidate per abbreviare l’iter procedurale che deve essere seguito dai cittadini (digital by default)

  2. per i servizi che vengono via via digitalizzati, vengono identificate le fonti primarie dell’informazione ed i registri di base che intervengono nello specifico iter on-line; tali fonti verranno progressivamente rese disponibili anche via API per evitare di chiedere più volte all’utente gli stessi dati (once only)

  3. l’accesso ai servizi on-line (qualificazione dell’utente) avviene sempre attraverso SPID o sistemi analoghi (digital identity only)

  4. la piattaforma viene ospitata in cloud e predisposta per sfruttarne i benefici (scalabilità, continuità di servizio, sicurezza, ….), utilizzando esclusivamente soluzioni qualificate e presenti nel marketplace AgID; tutte le successive evoluzioni della stessa vengono progettate con le medesime caratteristiche e requisiti (cloud first)

  5. la piattaforma è conforme ai requisiti di accessibilità previsti dalla normativa vigente e progressivamente allineata alle nuove linee guida per l’accessibilità, pubblicate a gennaio 2020 (inclusività e accessibilità dei servizi)

  6. la piattaforma è predisposta per il multilinguismo (inclusività territoriale)

  7. vengono supportati diverse modalità per valorizzare i dati aperti, attraverso la rappresentazione e l’esportazione massiva dei dati in formato tabellare da parte dei cittadini (apertura e trasparenza dei dati)

  8. i dati personali vengono gestiti con politiche trasparenti all’utente e conformi a quanto previsto dalle direttive europee in termini di privacy e sicurezza (fiducia e sicurezza)

  9. la piattaforma mette a disposizione un layer di API che consente di interfacciarsi facilmente con applicazioni di back-office (multi-layer architecture)

  10. tutti i componenti sono rilasciati in open source e pubblicati sul portale nazionale del riuso (Developers Italia); risultano inoltre interoperabili a vari livelli. Queste due caratteristiche consentono a soggetti terzi di interagire con la piattaforma e di sviluppare il proprio modello di business: consulenza sulle medesime soluzioni tecnologiche in altre aree geografiche del paese, integrare soluzioni anche proprietarie via API, ecc. (ridurre i costi e migliorare la qualità dei servizi)

  11. la piattaforma ed i suoi moduli sono predisposti per l’interoperabilità, mettendo a disposizione un layer di API per dialogare con soluzioni esterne (API economy)

  12. una delle principali ragioni per cui è stata progettata la Stanza del Cittadino è quella di fornire servizi digitali moderni ed innovativi a cittadini ed imprese (priorità ai servizi di front end)

  13. la piattaforma e tutti i suoi moduli sono progettati per erogare servizi attraverso smartphone e tablet (mobile first)

  14. tutte le informazioni gestite dalla piattaforma vengono strutturate e definite attraverso un modello semantico standard (abilitare politiche data-driven)

Contesto normativo digitale nazionale ed europeo

La piattaforma risulta conforme ai seguenti riferimenti normativi:

Nazionali

  1. Codice dell’Amministrazione Digitale, in particolare per gli articoli 3 (SPID), 5 (PagoPA), 7 (diritto degli utenti a servizi online semplici e integrati), 64 e 65 (istanze on-line), 68 e 69 (Open Source e riuso)

  2. Linee Guida su acquisizione e riuso di software nella PA

  3. Cloud della PA

  4. Linee Guida di design per i servizi digitali della PA

  5. Modello di interoperabilità

  6. Direttiva PSI (Open Data)

Europei

  1. EIF - European Interoperability Framework

  2. Regolamento europeo 2018/1724 del 2 ottobre 2018 che istituisce uno sportello digitale unico per l’accesso a informazioni, procedure e servizi di assistenza e di risoluzione dei problemi e che modifica il regolamento (UE) n. 1024/2012 - “Single Digital Gateway”

  3. Direttiva EU 2016/2102 relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici

Infrastrutture (Cloud della PA)

La piattaforma potrà essere ospitata nel Cloud, secondo la formula del Software as a Service (SaaS). Il Cloud computing è un modello flessibile ed economico per la fornitura di servizi ICT che consente un accesso più agevole a risorse configurabili e condivise, grazie a tecnologie basate su internet. Per il raggiungimento di tali obiettivi, AgID ha previsto una specifica procedura di qualificazione di soluzioni di “Software as a Service” (SaaS) nell’ambito della strategia di evoluzione del modello Cloud della PA ripreso dal Piano Triennale. Il modello SaaS rappresenta un modello di distribuzione in cui il software viene gestito in modo centralizzato e reso disponibile agli Enti sulla base di una sottoscrizione (che si traduce in un canone annuale).

Modello di interoperabilità (standard nazionali ed europei)

Il rispetto degli standard definiti a livello nazionale (AgID/OntoPiA) ed europeo (Core Vocabularies) consente ai fornitori di software terze parti di abbattere i costi delle integrazioni e favorisce la nascita di nuove applicazioni a valore aggiunto basate sul riuso dei dati aperti. Tutti i siti e le applicazioni web sviluppate dispongono di una console, utilizzabile da qualsiasi sviluppatore, che consente di interrogare il database alimentato dal CMS Headless. La strutturazione delle informazioni segue i nuovi standard nazionali definiti da AgID e dall’iniziativa ISA² (Interoperability solutions for public administrations, businesses and citizens) della Commissione Europea; su questo:

Dati della PA

L’attenzione all’architettura delle informazioni gestite dalla più recente versione di OpenCity consente di:

  1. generare un archivio di informazioni costantemente aggiornate, codificate in formato machine-readable, che possono essere riusate per alimentare le varie sezioni del sito web e che costituiscono la fonte primaria della comunicazione multicanale dell’ente; questo aspetto garantisce un notevole risparmio di tempo per il personale interno ed aumenta esponenzialmente la qualità dei dati gestiti

  2. rendere ogni sezione del sito interoperabile via API per qualsiasi tipologia di contenuto (personale, luoghi, atti, servizi, eventi, ...); dal punto di vista architetturale, questa componente consente un effettivo disaccoppiamento dei sistemi applicativi adottati dall’ente locale (netta separazione tra gli ambienti di back-end e di front-end), nonché di adottare un unico ambiente sicuro per la gestione delle informazioni pubbliche (CMS Headless), caratterizzato da policy predefinite, e di visualizzare informazioni perfettamente coerenti tra loro su più canali digitali (sito web, APP, totem, ecc...)

  3. strutturare nativamente l'informazione secondo modelli dati standard e vocabolari controllati; questo punto, nel caso dei portali e dei servizi web, rappresenta una condizione abilitante per favorire l’interoperabilità semantica, come descritto al punto precedente

  4. rilasciare i dati in forma aperta - Open Data; i dati strutturati alimentano contemporaneamente sia le interfacce html, dunque le pagine del sito web, sia un end-point (REST API) che espone i dati in formati come JSON, CSV, XML; gli end-point così generati costituiscono i dataset che, corredati da opportuni metadati, rendono disponibili i dati secondo il paradigma Open Data. Per facilitarne l’esposizione, il CMS è dotato di una funzione che genera automaticamente i metadati richiesti dallo standard nazionale DCAT-AP_IT per ciascun dataset; l’intero pacchetto informativo viene poi pubblicato automaticamente sul portale CKAN provinciale dedicato agli Open Data

  5. alimentare automaticamente ed in tempo reale una piattaforma centrale che raccoglie dati; tale funzione consente agli utenti finali (anche cittadini) di configurare dei widget che espongono i dati generati a livello locale attraverso mappe geografiche, grafici interattivi ed altre rappresentazioni che agevolano la lettura dei dati; tale abilitazione consente di arricchire le pagine dei siti web o di generare delle dashboard per i decision maker degli enti locali (che possono così prendere decisioni supportate dai dati), abbattendo i costi di sviluppo di ulteriori tool personalizzati per ogni ente

Piattaforme abilitanti

La piattaforma si integra già con SPID e PagoPA.

Ecosistemi

La piattaforma, una volta resa disponibile anche alle strutture provinciali, può contribuire allo sviluppo degli ecosistemi definiti a livello nazionale per lo meno quello della cultura e quello della famiglia, rendendo disponibile la stessa tecnologia a tutti gli stakeholder locali coinvolti.

Sicurezza informatica

La piattaforma è progettata secondo gli standard di sicurezza previsti dalla normativa vigente e viene costantemente aggiornata per mantenerne la conformità.

Strumenti per la gestione e la diffusione dei servizi digitali

La piattaforma adotta i KIT definiti da Designers Italia ed implementa Bootstrap Italia in tutte le sue parti, un'interfaccia web responsive, usabile, accessibile, conforme alle linee guida di design dei servizi per la PA.

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